Diversi corpi stessa mente
L’unione fa la forza è un proverbio molto famoso sul quale ultimamente mi è capitato di riflettere. È facile trovare nello sport esperienze che dimostrano la sostanziale validità di questo proverbio. Capita a volte che le prestazioni di una squadra siamo sorprendentemente maggiori di quello che ci ci si aspetterebbe “sommando” il valore dei singoli componenti. Pensiamo alle imprese della Danimarca e della Grecia ai campionati europei di calcio del 1992 e 2004, alla vittoria del Leicester di Claudio Ranieri nella Premier League del 2016, alla vittoria della nazionale italiana femminile di pallavolo alle Olimpiadi di Parigi del 2024. In questo caso, anche se la squadra azzurra era una delle favorite, si è imposta perdendo un solo set in tutto il torneo dimostrando una superiorità non prevedibile alla vigilia. Si tratta di situazioni dove l’unità dei cuori e delle menti di giocatori, allenatore e tutto lo staff ha amplificato il potenziale della squadra, dotandola di un’energia invincibile.
Passo ora a una considerazione più rigorosa, che ha a che fare con le leggi della fisica. La somma di due forze di uguale intensità e con lo stesso verso corrisponde a una forza con intensità doppia. Se però le forze non hanno lo stesso verso, l’intensità della forza risultante risulta minore della somma delle singole forze, e addirittura le due forze si annullano se hanno versi opposti.
In sintesi, possiamo affermare che l’unione fa la forza quando gli sforzi, le energie, le intenzioni sono allineati verso un unico obiettivo. Ritengo che questo sia il punto cruciale del proverbio: non basta “un’unione qualsiasi”, occorre un’unione armonica, coerente, ordinata.
Nelle tradizioni orientali, come ad esempio nel confucianesimo e nel taoismo, troviamo il principio “Diversi corpi stessa mente”. Nel Buddismo della Soka Gakkai “Diversi corpi stessa mente” ha lo scopo di creare un ambiente di meravigliosa solidarietà in cui le persone si incoraggiano a vicenda mentre cercano di realizzare la propria felicità e quella degli altri. Si traduce in un approccio alla vita che cerca di superare il karma di divisioni e conflitti dell’umanità e aprire la strada a una pace duratura.
Spesso i cartoni animati contengono insegnamenti pieni di saggezza. A tal proposito mi viene in mente il cartone animato “Alla ricerca di Nemo”, che guardavo spesso con i miei figli quando erano bambini. Si tratta di una delle scene finali, nella quale un branco di pesci viene catturato dalla rete di un peschereccio. Mentre i pescatori sollevano la rete, i pesci all’interno cercano di fuggire in tutte le direzioni, in preda al panico. Il pesciolino Nemo convince tutti a nuotare contemporaneamente verso il basso. Tutte le singole forze agiscono nella medesima direzione, creando una forza tale da rompere il braccio dell’argano che sta sollevando la rete. Tutti insieme riescono così a salvarsi, dando un esempio concreto del beneficio che possiamo ottenere con “Diversi corpi stessa mente”.
Concludo con questa domanda:
“Possiamo dimostrare scientificamente che l’unione fa la forza nel regno delle emozioni e delle interazioni tra esseri viventi (anche a distanza), esattamente come può essere dimostrato in fisica nella legge di composizione delle forze?”
Animato dalla personale attitudine di cercare ponti tra scienza e spiritualità (ad esempio, vedi l’articolo La convergenza tra scienza e spiritualità), per me la risposta è ovviamente affermativa. Anticipo che nel prossimo articolo cercherò di convincervi parlando della Global Coherence Initiative di Heartmath Institute, un’organizzazione scientifica Nonprofit, che sta portando avanti esperimenti scientifici sugli effetti misurabili “dell’unione dei cuori”. E’ un argomento molto affascinante dal mio punto di vista, coniuga meravigliosamente discipline scientifiche come la teoria dei segnali, la biologia e fisiologia del cuore e l’interconnessione di tutti gli esseri viventi.