Share on Facebook Share on LinkedIn
Scienza e spiritualità: il Tao della fisica

Scienza e spiritualità: il Tao della fisica

English version

È diffuso il pensiero che scienza e spiritualità si occupino di aspetti della realtà ben distinti. Il metodo scientifico ci spiega i fenomeni rigorosamente, attraverso formulazioni teoriche riscontrate da esperimenti ripetibili. La spiritualità è invece dominio di tradizioni filosofiche e religiose, le cui affermazioni non si basano però su leggi dimostrabili attraverso esperimenti.

Pur essendo una persona con un modo di ragionare prettamente logico e matematico, rafforzato dalla laurea in ingegneria, con il progredire dell’età adulta è nata in me la convinzione che non esista una separazione netta tra scienza e spiritualità. Una decina di anni fa ho scoperto che Fritjof Capra, fisico e saggista di fama internazionale, scrisse nel 1975 “Il Tao della fisica”.

Il libro evidenzia l’armonia tra le tradizioni orientali e le teorie più avanzate della fisica moderna, in particolare quelle relative alle particelle subatomiche che sono oggetto della fisica quantistica. Le particelle subatomiche, come quelle osservate negli acceleratori moderni, non sono entità isolate ma piuttosto manifestazioni di relazioni energetiche. Gli esperimenti hanno dimostrato che queste particelle sono in costante interazione e movimento, formando una rete dinamica di energia. Questo concetto è parallelo alla visione delle antiche filosofie orientali, che vedono l’universo come un flusso continuo di energia e interconnessioni. Ad esempio, nel Buddismo della Soka Gakkai, uno dei principi fondamentali è la mutua inclusione di un istante di vita con tutti i fenomeni.

Quanto più profondamente penetriamo nel mondo submicroscopico, tanto più ci rendiamo conto che il fisico moderno, parimenti al mistico orientale, è giunto a considerare il mondo come un insieme di componenti inseparabili, interagenti e in moto continuo, e che l’uomo è parte integrante di questo sistema.

Per quanto ci addentriamo nella materia, la natura non ci rivela la presenza di nessun «mattone fondamentale» isolato, ma ci appare piuttosto come una complessa rete di relazioni tra le varie parti del tutto.

Ritengo curioso e affascinante che raffinatissimi esperimenti scientifici, che necessitano di tecnologie complicate e di intelligenza particolarmente acute, stiano sostanzialmente dando una visione della realtà che è stata anticipata migliaia di anni fa.

Se vuoi, invia il tuo commento a info@esperienzedivalore.it, sarò felice di risponderti.

I commenti sono chiusi.