Albert Einstein e la sacralità della vita
È molto difficile fare una graduatoria tra gli scienziati che hanno lasciato la loro impronta nel secolo scorso. Grazie alle scoperte geniali di queste persone, la vita dell’uomo sulla terra è radicalmente cambiata, con progressi rivoluzionari in diverse discipline scientifiche. Senza dubbio Albert Einstein è uno degli scienziati più importanti del ventesimo secolo, il suo ingegno ha partorito idee rivoluzionarie nella comprensione della natura della luce, culminate con il premio Nobel del 1921 (per i suoi studi sull’effetto fotoelettriico) e con le due formulazioni della teoria della relatività generale e ristretta.
Non è ovviamente mia intenzione entrare nel dettaglio delle sue scoperte scientifiche. Posso però affermare senza tema di smentite che i suoi studi hanno influenzato sia la fisica quantistica (il mondo delle particelle elementari, come elettroni e fotoni), sia l’astrofisica (i fenomeni legati al movimento delle stelle). Sebbene queste teorie siano molto difficili da comprendere, il loro effetto sulla nostra vita è stato rivoluzionario. Cito solo alcuni esempi: il sistema GPS, i sensori delle fotocamere digitali, i pannelli solari, l’energia nucleare.
Lo scopo di questo articolo è soffermarmi però su un aspetto meno noto della vita di Einstein, cioè il suo profondo rispetto per la sacralità della vita. Sono diversi i libri e le fonti sul web che approfondiscono questo aspetto della sua vita. Il libro “Sono parte dell’infinito” è uno di questi. Nella presentazione del libro si legge che:
Einstein credeva che una forza meravigliosa fosse intessuta in tutte le cose, ovunque, e questo senso del sacro pervasivo influenzò ogni aspetto della sua esistenza, dalla sua meravigliosa scienza al suo appassionato pacifismo.
Einstein credeva che la scienza dovesse essere utilizzata per condurre tutte le persone alla felicità e che gli scienziati dovessero dedicare la propria vita alla pace. Einstein rimase molto turbato dalle stragi causate dall’uso delle bombe atomiche contro il Giappone, in quanto fu una tragica dimostrazione di come un’importante scoperta scientifica, cui aveva contribuito in maniera preponderante, potesse venire usata per sterminare un grandissimo numero di persone e, potenzialmente, tutta l’umanità.
Einstein dedicò quindi gli ultimi anni della sua vita a combattere con tutte le forze la nascente diffusione degli arsenali nucleari. Pubblicò articoli, partecipò a conferenze, rilasciò interviste per scongiurare quello che era, e tragicamente continua a essere, una grande minaccia per l’esistenza dell’essere umano. Nel 1955, poco prima di morire, fu promotore del manifesto Russell-Einstein, una dichiarazione controfirmata da altri scienziati di altissimo valore (tra cui i premi Nobel Linus Pauling e Max Born). Il manifesto era un invito agli scienziati di tutto il mondo a riunire le proprie forze per l’eliminazione delle armi nucleari.
Fortunatamente quello sforzo di settant’anni fa non è stato vano. Come ho riportato nell’articolo Mostra “Senzatomica” a Firenze, dal 2021 è in vigore Il Trattato per la proibizione delle armi nucleari (TPNW). E’ un trattato internazionale che rende illegali le armi nucleari, in un percorso che mira alla loro completa eliminazione. Il trattato afferma in maniera inequivocabile che l’eliminazione completa delle armi nucleari è l’unico modo per garantire che queste non vengano mai usate, in nessuna circostanza.
Il trattato è entrato in vigore dopo essere stato ratificato da almeno 50 stati membri dell’ONU. Al momento non è stato ovviamente firmato dagli stati che hanno arsenali nucleari, ma è un passo fondamentale che sancisce la volontà di eliminare la minaccia di una guerra nucleare.
Concludo con una frase che testimonia meravigliosamente come Einstein provasse un profondo senso di fratellanza per le altre persone:
«Gioire delle gioie degli altri e soffrire dei loro dolori: queste sono le migliori guide per gli esseri umani» 1
Nel mio precedente articolo Religioni e religiosità, ho approfondito il concetto di religiosità, cioè la nostra percezione del nostro legame con la vita degli altri e dell’universo, cui spesso diamo realizzazione attraverso una specifica religione. Einstein è stato una persona di profonda religiosità, ed è un bellissimo esempio di come scienza e religiosità possano convivere.
Se vuoi, invia il tuo commento a info@esperienzedivalore.it, sarò felice di risponderti.
- Albert Einstein, The Ultimate Quotable Einstein, ed. by Alice Calaprice, Princeton University Press, Princeton, 2011, p. 176 ↩︎